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Il quartiere della Foce si affaccia sul mare a levante del porto, estendendosi nella piana del Bisagno tra le pendici occidentali della collina di Albaro e la riva sinistra del torrente, interamente coperto nel tratto che attraversa il quartiere.

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Piccolo comune autonomo dal 1798 fino al 1873 (quando insieme con altri cinque comuni della bassa val Bisagno fu inglobato nel comune di Genova), tra i quartieri di Genova è quello che nell’ultimo secolo ha maggiormente mutato la sua fisionomia: con l’espansione urbanistica del primo Novecento il piccolo borgo di pescatori si è trasformato in un elegante quartiere semi-centrale della città.

Il toponimo “Foce”, generalmente riferito alla sua posizione allo sbocco del torrente Bisagno, deriverebbe invece dal fatto che il sito, in epoche remote, era stato uno dei punti di approdo di mercanti Focesi.

La Foce era un antichissimo borgo sorto sulle pendici rocciose del promontorio che delimitava a ponente la collina di Albaro, abitato da pescatori e contadini che per secoli hanno rifornito con i loro prodotti i mercati di Genova.

L’abitato si estese successivamente anche alla base della collina, nella piana sulla sponda orientale del Bisagno, conservando tuttavia le caratteristiche di un piccolo borgo di pescatori. Nel XV secolo nella piana sulla sponda sinistra del Bisagno fu edificato un lazzaretto per l’isolamento e il ricovero dei malati contagiosi e dei passeggeri delle navi giunti in porto e soggetti a quarantena, soprattutto in occasione di epidemie di peste.

L’imponente edificio, ampliato all’inizio del XVI secolo per iniziativa di Ettore Vernazza e con il contributo del doge Ottaviano Fregoso, più volte modificato, svolse la sua funzione fino alla metà dell’Ottocento. Durante l’epidemia di peste che colpì Genova negli anni 1656-1657, il frate cappuccino sestrese padre Antero Maria Micone scrisse nel suo libro Li lazzaretti della città e riviere di Genova del 1657 del contagio e del lazzaretto, immortalato anche sulla tela dal pittore Domenico Fiasella.

Nel Settecento fu ospitato nel lazzaretto anche il filosofo francese Jean-Jacques Rousseau che accennò alla sua drammatica esperienza in un brano de Le confessioni. Con gli sviluppi della medicina, a metà dell’Ottocento le funzioni del lazzaretto furono trasferite al nuovo ospedale di Pammatone; l’edificio fu demolito, consentendo l’ampliamento del cantiere navale già da tempo esistente sulla spiaggia della Foce.

Da secoli sulla spiaggia della Foce venivano costruite navi, in piccoli cantieri artigiani. Il cantiere della Foce ebbe un notevole impulso all’inizio dell’Ottocento, nel periodo della Repubblica Ligure napoleonica. Le prime navi varate in quel cantiere furono la fregata L’Incorruptible e il brick Le Cyclope (16 novembre 1804), a cui seguì la fregata La Pomone, varata nel marzo 1805.

Ma fu solo dopo l’annessione della Liguria al regno sabaudo che ebbe inizio una vera e propria fase di sviluppo. Il Regno di Sardegna, dopo aver acquisito questo importante sbocco al mare (in precedenza disponeva solo del piccolo porto di Villefranche, nella contea di Nizza) stabilì a Genova la sede della propria flotta e il cantiere della Foce fu destinato alla costruzione delle nuove navi militari.

Il cantiere, ampliato su parte dell’area del soppresso lazzaretto, si estendeva su circa 70.000 m² sulla sponda sinistra alla foce del Bisagno; di proprietà municipale, fu dato in gestione prima ai fratelli Westermann, poi ai fratelli Orlando, siciliani trapiantati a Genova (durante la loro gestione, nel 1862, fu impostato l’avviso a elica Vedetta, primo piroscafo militare con scafo in ferro costruito in Italia, varato nel 1866).

Nel 1865 alla famiglia Orlando nella gestione del cantiere subentrò l’imprenditore Enrico Cravero, che lo tenne fino al 1890 e successivamente la società Nicolò Odero & C., già proprietaria del cantiere di Sestri Ponente. Durante la gestione Odero furono costruite grandi navi civili e militari, tra le quali il transatlantico Re Vittorio (1907) e la corazzata Leonardo da Vinci (1911).

Il cantiere cessò l’attività nel 1930, l’ultima unità costruita fu l’incrociatore Almirante Brown, commissionato dalla marina argentina, varato il 28 settembre 1929. Il posto dei cantieri venne occupato, per un breve periodo, dal Villaggio Balneare, sede di numerosi eventi fieristici, prima di lasciare spazio all’espansione urbanistica della città.

Una targa in marmo oggi affissa sulla facciata della “Casa dei Pescatori” rivendica al quartiere della Foce di essere stato uno dei luoghi di partenza di una parte dei volontari garibaldini che parteciparono alla Spedizione dei Mille.

Nel 1873, con un Regio Decreto, il Comune di Genova si espandeva oltre il confine del Bisagno, inglobando, oltre alla Foce, i comuni di San Francesco d’Albaro, San Martino, Staglieno, Marassi e San Fruttuoso, e dando avvio ad un’espansione urbanistica che avrebbe radicalmente cambiato il volto di quei quartieri.

Nella circoscrizione della Foce si trovano quattro chiese cattoliche parrocchiali, tutte di antica origine, ma per ragioni storiche diverse tutte ricostruite ex novo tra il XIX e il XX secolo.

Due di queste, la chiesa di Nostra Signora del Rimedio e quella di Santa Maria dei Servi, riprendono il titolo parrocchiale di antiche chiese un tempo ubicate in altre zone della città e demolite per ragioni urbanistiche o eventi bellici.

Nel quartiere si trovano il palazzo dello sport e il quartiere fieristico (tra le fiere più importanti: il Salone Nautico ed Euroflora), questi furono realizzati negli anni Sessanta sull’area ricavata dal riempimento a mare davanti alla scogliera della Strega.

In occasione della festa patronale di san Pietro (29 giugno), si tiene nel quartiere una grande fiera di merci varie. Un tempo, quando ancora esisteva l’antico borgo, alla sera le case venivano illuminate con lampioncini colorati alla cinese, mentre i pescatori dalle barche gettavano sull’acqua lumini accesi che si dondolavano sulle onde. Oggi, a coronamento dei festeggiamenti per la festività patronale, la sera del 29 giugno si tiene uno spettacolo di fuochi pirotecnici che richiama numerosi spettatori da tutti i quartieri cittadini.

Sul piazzale intitolato ai Cavalieri di Vittorio Veneto è allestito periodicamente un grande luna park.

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